Venerabile Alfonso Ugolini – Sacerdote

Alfonso Ugolini nasce il 28 agosto 1908, a Thionville, da Enrico e Maria Anna Rondanelli, ivi emigrati da Pianorso di Lama Mocogno. Nel 1915 si stabilisce a Sassuolo, la città adottiva.
Deve percorrere la strada dei poveri. Il lavoro del papà è saltuario, mal retribuito e, per lunghi periodi, lontano. La mamma, minata dalla tubercolosi, muore a trentasei anni. Alfonso, ha dodici anni.
Quando il papà è lontano per lavoro, vive in tanta solitudine. Talvolta deve chiedere l’elemosina. Verso i diciassette anni si ammala come la mamma. Guarisce, inspiegabilmente per i medici che gli avevano diagnosticato tre – quattro mesi di vita, per una Grazia della Madonna.
In questo contesto di povertà e solitudine splendono luminosi ricordi: la fede, la pazienza e la preghiera dei genitori; le persone buone che gli davano da mangiare; e, più ancora, la certezza che il Signore era con lui e l’assicurazione della Madonna che gli ha detto: “Non piangere, io sono con te”.
Con felice intuito, il parroco don Giuseppe Zanichelli, lo introduce nella vita parrocchiale; diventa sagrestano – segretario parrocchiale – catechista – tuttofare.

Alfonso è in perfetta sintonia con gli ideali e i fini caritativi dell’Istituto Secolare “Servi della Chiesa” fondato da un santo sacerdote reggiano, don Dino Torreggiani e ne entra a far parte.
Con il boom della ceramica, inizia a Sassuolo il fenomeno dell’immigrazione. Alfonso, figlio di un emigrato, è disponibile per trovare un lavoro, un letto, una camera, un appartamento a chi arriva, disorientato e povero. Lui, che ha conosciuto la povertà e ha sperimentato sulla sua pelle cosa significa aver fame, cerca collaboratori, istituisce il F.A.C. (Fraterno Aiuto Cristiano) per procurare mezzi a favore dei poveri e per visitarli nelle loro case.

Grazie alla Provvidenza passano tanti soldi fra le sue mani: un fiume di carità, ma le urgenze sono inesauribili. Lui prova persino malessere fisico quando non riesce a soddisfare tutti. La parrocchia gli mette a disposizione un ufficio e gli lascia ampia libertà di azione. Ogni giorno, si forma una fila di persone che attendono di incontrarlo: accoglie tutti, con disponibilità piena e senza alcuna discriminazione. Registri e rubriche si riempiono di migliaia e migliaia di nomi e indirizzi, con le richieste più diverse. Lui promette, si dà da fare, telefona, scrive lettere. Non sempre ottiene, ma nessuno resta deluso perché avverte che agisce con rettitudine, col massimo impegno e con tanto amore.

Alfonso, che verso i diciotto anni si è sentito sfiorare dall’alito della morte, riserva sempre, nella sua vita, uno spazio privilegiato per i malati che visita quotidianamente: sempre desiderato e benedetto. Fonda a Sassuolo la sottosezione Unitalsi e partecipa con entusiasmo ai pellegrinaggi a Lourdes e Loreto con i malati stessi. Anima di tale sorprendente e totale dedizione, in un uomo apparentemente tanto fragile, è un amore intenso a Dio e una devozione illimitata alla Madonna. La sua è una fede alimentata da ore di preghiera che si protraggono fino a tarda notte. Convinto che la dimensione spirituale fa parte dell’uomo, vorrebbe trasmettere agli altri tale esperienza di Dio.

A sessantacinque anni, diventa sacerdote: si sente pienamente realizzato. La Messa diventa il momento più forte della giornata. Ogni giorno passa ore e ore ad amministrare il sacramento della Riconciliazione. In questo ministero si ristora perché può realizzare il suo grande amore verso l’uomo: come intermediario del perdono di Dio, come saggio consigliere e come dispensatore di conforto e di fiducia.
La morte lo coglie a novantun anni, sereno e pienamente realizzato perché si è donato, senza riserve, a Dio e all’uomo.

Viene dichiarato venerabile da Papa Francesco il 24 novembre 2020

(Dal sito dei Servi della Chiesa)

Vedi anche:
Don Alfonso, il prete della carità che fece 12 con Dio
www.santiebeati.it

Tomba del servo di Dio Alfonso Ugolini, collocata nel Carandino

Tomba del venerabile Alfonso Ugolini, collocata nel Carandino (Oratorio della Madonna del Carmine) collocato sul lato destro del sagrato della Chiesa di San Giorgio, contiguo alla canonica.