Prima tappa

La prima tappa del cammino verso la santità parte da Sassuolo, Istituto San Giuseppe, dove ha insegnato ed è morta la beata suor Maria Rosa Pellesi. Procede per la parrocchiale di San Giorgio, dove ha esercitato il suo ministero don Alfonso Ugolini. Quindi si va verso Fiorano Modenese, a visitare la bella Basilica dedicata alla beata vergine del Castello. Si segue per Spezzano e poi Nirano dai tipici vulcanetti di fango. Si sale poi a Montebaranzone dove è nato ed ha operato come casaro il servo di Dio Giuseppe Castagnetti. La tappa finisce a Varana.

Totale 22 km, dislivello 600 metri in salita, 260 in discesa, circa 7 ore.

Mappa del percorso


In dettaglio:

Sassuolo: Istituto San Giuseppe, Stanza del commiato della beata suor Maria Rosa Pellesi Fotocamera . Chiesa di San Giorgio Fotocamera , con il confessionale del venerabile don Alfonso Ugolini e, all’esterno a destra, l’oratorio detto Il Carandino, che custodisce la tomba di don Alfonso Fotocamera . Il Cammino verso la santità segue per lunghi tratti lo stesso tracciato del Cammino di Santa Giulia: si tratta di un itinerario di 475 km (a piedi sono 25 tappe) sulle tracce della traslazione longobarda delle reliquie di santa Giulia da Livorno a Brescia; in questo tratto viaggiano insieme fin quasi a Montebaranzone. Si parte verso Fiorano Modenese, seguendo quasi sempre la pista ciclabile, dove si visita il santuario  Fotocamera dedicato alla Madonna del Castello, antica immagine scampata da un incendio del castello del 1558 e a cui è attribuita la salvezza dalla peste del 1630: in seguito a ciò fu iniziata la costruzione del Santuario nel 1634 come voto dei Fioranesi. Il progetto architettonico si deve a Bartolomeo Avanzini.

Si procede verso Spezzano seguendo ancora la pista ciclabile e, superato il ponte sul Fosso di Spezzano, si gira subito a destra e si procede su sentieri ben curati verso la chiesa di Spezzano, Fotocamera dedicata a san Giovanni Evangelista, già ricordata nei documenti medievali, riedificata nel 1572 e ancora tra il 1738 e il 1746. All’interno della chiesa, subito a destra, si trova la cappella nella quale riposano i resti del patriota del Risorgimento italiano Ciro Menotti Fotocamera. (1)

Si continua quindi verso Nirano, percorrendo la riserva naturale delle Salse di Nirano con i caratteristici vulcanetti di fango Fotocamera risultato di un fenomeno geologico denominato salsa che è dovuto alla presenza nel sottosuolo di giacimenti di idrocarburi gassosi, in particolare metano, che risalendo in superficie trascinano fango argilloso fino alla superficie. Si sale alla casa del parco Fotocamera (Centro visite Ca’ Tassi), Fotocamera quindi, dapprima su asfalto, Fotocamera poi su carraia,  si arriva in località Mongigatto (piccola altura di 362 m slm) dove c’è un oratorio Fotocamera del XVII secolo, ricostruito nel 1890 dedicato alla Madonna della Ghiara Fotocamera . (2). Seguendo lungo la carraia sul crinale Fotocamera (in lontananza si vede il castello di Montegibbio Fotocamera Fotocamera) si sbuca sulla strada provinciale che da Sassuolo sale a Montebaranzone Fotocamera .

Si segue questa strada fino a Montebaranzone, borgata già citata nel 1037: Matilde di Canossa vi fece costruire nel 1081 un Castello, la più munita fortificazione occidentale del modenese e sua residenza, castello di cui restano solo tracce delle fondamenta. Appena entrati nell’abitato, dopo il mulino moderno sulla sinistra, si fiancheggia sulla sinistra il caseificio degli Sterpatelli, dove ha lavorato il servo di Dio Giuseppe Castagnetti. Più avanti, sulla destra, c’è la chiesa di Montebaranzone, Fotocamera Fotocamera dedicata a San Michele Arcangelo e, dopo 300 metri, c’è il cimitero dove riposa Giuseppe Castagnetti accanto alla moglie Giovannina Sghedoni. Castagnetti fu sindaco del comune di Prignano per 14 anni (dal 1945 al 1959). Dopo un km, sulla sinistra, si raggiunge la località La Ringola, dove è nato nel 1909.

Ancora 500 metri, in località San Donnino, ci si congiunge con la via Vandelli che sale da Sassuolo – San Michele e la seguiremo fino a Varana – Campodolio. La via Vandelli è un’antica strada commerciale e militare del Ducato di Modena che collega Modena e Massa, passando da Maranello e poi su verso Serramazzoni ed oltre. Questa  strada rappresenta una sfida tecnica notevole per il suo tempo ed ha in sé numerose innovazioni. Costruita con massicciate e muri a secco, è ancora in lunghi tratti perfettamente conservata Fotocamera. Percorre un ambiente montano ripido ed impervio attraverso l’Appennino e poi attraverso le Alpi Apuane, sulle pendici del Monte Tambura ove la strada raggiunge la sua quota maggiore a 1634 metri s.l.m. A Maranello parte una importante diramazione che passa da Sassuolo, sale a Varana, va a Faeto e a Serramazzoni, dove si congiunge al ramo che viene Maranello.

Seguendo la via Vandelli, si taglia verso l’alto per una carraia Fotocamera che porta all’Alevara Fotocamera Fotocamera e quindi alla chiesa di Varana – Campodolio Fotocamera Fotocamera dedicata alla Madonna delle Grazie (o della Ghiara) costruita, secondo la tradizione, sul luogo di una apparizione. All’interno della chiesa sono numerosi gli ex voto. Qui a Campodolio si incontra di nuovo il Cammino di Santa Giulia.
Una stradina che scende a sinistra porta alla borgata Varana Sassi Fotocamera con la chiesa del XIV secolo Fotocamera dedicata agli apostoli Pietro e Paolo e un orto botanico dove è possibile vedere le più importanti erbe e piante velenose ed officinali di questa parte dell’appennino modenese Fotocamera.

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(1) A circa 2 km, si può visitare il museo della Ferrari a Maranello, dove si possono ammirare sale tematiche, approfondimenti sulle mitiche rosse, sul mondo delle corse, sulle Ferrari che hanno fatto la storia dei motori, proiezione di filmati, simulatori di F1. Più a sud, nel territorio del comune di Fiorano, il Castello di Spezzano Fotocamera , di origine medievale, trasformato dalla famiglia dei Pio di Savoia, a partire dal 1529, in palazzo nobiliare ed elegante residenza di campagna destinata ad accogliere piacevolmente gli ospiti nei terreni di caccia del feudo. Nel castello è custodito il museo della ceramica e l’acetaia comunale posta nella torre pentagonale, costituita da tre batterie di botti di aceto balsamico tradizionale di Modena dop Fotocamera

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(2) Guardando verso ovest, sull’altro crinale, si intravede il borgo Rocca Santa Maria e la Pieve dedicata a Santa Maria Assunta, una delle più antiche della montagna modenese Fotocamera . Edificata all’inizio del 900, nel 1108 fu donata al Vescovo di Modena da Matilde di Canossa. L’edificio, dalla forma basilicale, si articola in tre navate, divise da ampi archi a tutto sesto che poggiano su quattro imponenti colonne e semicolonne. I capitelli, diversi per forma e composizione ornamentale, sono considerati tra i più belli del Nord Italia. Appena entrati, sulla sinistra, c’è il fonte battesimale adornato da un pregevole mosaico Fotocamera del maestro mosaicista Rino Pastorutti di Spilimbergo.